A proposito di stile senza tempo, Tulì dice che….
“nel 1920, durante il sesto Salon de l’Aéronautique al Grand Palais, frequentato tra l’altro da personaggi di rango reale, Louis Vuitton pubblicizza il suo Aèro, un baule extra light. Pesa 18 chili quando è vuoto, ideato e studiato per i viaggi aerei, può contenere due abiti, un soprabito, dell’intimo, tre gilet, dieci camicie da giorno, tre camicie da notte, un paio di scarpe, due cappelli, diciotto colletti, cravatte, guanti e dodici fazzoletti. Quando è pieno pesa 26 chili: un vero portento.
I clienti target sono persone che amano andare e venire dalla provincia a Parigi, uomini in viaggio per affari e giovani che soggiornano all’estero. Offerto in “diverse versioni, tutte resistenti, più o meno lussuose e sfarzose”, l’Aéro simboleggia il baule indispensabile e universale dei tempi moderni, alle prese con la velocità e la corsa allo spazio.
Un simbolo di rango reale, capace di attraversare tutto un secolo per tornare in auge, reinterpretato da Virgil Abloh, direttore artistico delle collezioni maschili Louis Vuitton.
Oggi è cromato, e spicca il volo per la stagione autunno-inverno 2021-2022. Forse per sorvolare il divano Bomboca Sofà dei fratelli Campana, simile a una nuvola e parte della collezione Objets Nomades.”